sabato 5 novembre 2011

Perché abbiamo bisogno di fare musica senza frontiere?

E' indiscutibile il fatto che col passare degli anni, la musica colta sentirà l'esigenza di avvicinarsi sempre di più ad un pubblico più giovane e meno elitario, dovrà sicuramente fare i conti con spettatori avidi di novità ma molte volte snobbati o sottovalutati dalle presuntuose sale da concerto. Questo costituisce un motivo in più per iniziare a porci il problema di svegliare la curiosità dentro di ogni individuo che abbia la capacita' di sentire ed emozionarsi con un accordo del pianoforte o con un bel dipinto. Siamo noi artisti i responsabili della cultura altrui e non sempre ne siamo consapevoli.
E' ugualmente indiscutibile il ruolo strategico della musica in un mondo globalizzato e ricco di dinamiche sociali complesse e a volte tristemente crudeli. L'eredita di virtuosi della diplomazia, la musica e la pace come Daniel Baremboim ed Edward Said e' preziosa. Ci hanno insegnato a non addormentarci davanti alla guerra e l'incomprensione; con la loro voce e la convinzione dell'importanza del raggiungimento di una soluzione pacifica al conflitto arabo-palestinese attraverso il dialogo, hanno creato un'orchestra che riunisce musicisti sia della Palestina che dell'Israele , per dare un esempio al mondo di quello che significa ascoltarsi vicendevolmente e creare arte sfruttando le proprie diversità.
In un mondo in apparenza sempre più aperto e cosmopolita, travolto dai propri cambiamenti sociali e politici, non si e' mai abbastanza tolleranti con la diversità altrui. Tante volte l'essere diverso e' sinonimo di discriminazione e rifiuto, ci sono sempre più frontiere, più barriere architettoniche ma sopratutto più barriere mentali che impediscono il libero sviluppo di ogni individuo in una società. Ci dimentichiamo spesso che la natura stessa dell'essere umano e' quella di essere unico e irripetibile, la forza di ogni individuo e' costituita dalle sue capacità non necessariamente uguali a quelle del resto della società.
Le persone diversamente abili sono tante volte discriminate ed emarginate. In certi paesi non esistono neanche normative significative che riguardino le barriere architettoniche per le persone con difficoltà motorie. E' necessario elaborare iniziative che riescano a coinvolgere la comunità nel sano sviluppo dei diversamente abili.
Da questo punto di vista credo fermamente che la musica possa contribuire a l'elaborazione di tessuti sociali più forti e significativi per la comunità, non solo con lo stimolo didattico verso i bambini ma anche col coinvolgimento della comunità in generale.

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